Tavola rotonda sul tema Blog & Vino: business, storie, opportunità, nuove forme di relazione con il consumatore finale e gli operatori. Vi segnalo il video sulla tavola rotonda che si è svolta sabato 8 aprile presso la Sala Bellini del Vinitaly.
domenica, aprile 16, 2006
sabato, aprile 15, 2006
La seconda generazione delle guide ai vini.
Dalla tavola rotonda “La misurazione della qualità del vino: gli aspetti sensoriali” arriva inoltre una seconda notizia, che consiste nel constatare che siamo giunti, nell'ambito delle guide del vino, a una seconda generazione. Alberto Ugolini, amministratore del Centro Studi Assaggiatori e professore a contratto di Analisi sensoriale all’Università di Palermo, ha riassunto chiaramente il dubbio principale sulle guide del vino di prima generazione: “Il punto controverso della questione è che se anche si accettassero per buoni i criteri di qualità alla base dei giudizi delle varie guide e ci si fidasse della particolare bravura dei critici, quanto possono essere considerate attendibili le valutazioni espresse?” Infatti troppo raramente vengono osservati criteri fondamentali come l’anonimato dei campioni in assaggio, l’utilizzo di un gruppo numeroso di degustatori esperti, il controllo delle condizioni di preparazione ed esecuzione del test, l’oggettività dei criteri di valutazione e correttezza nelle modalità di elaborazione dati. Errori troppo grossolani per potere parlare di guide attendibili. Per questo per la sua Guida Vini 2006 Altroconsumo, che realizza test comparativi da oltre 30 anni, ha deciso di affidarsi all’analisi sensoriale. Un lavoro condotto su oltre 300 vini con assaggi rigorosamente anonimi condotti da tre panel bilanciati di giudici qualificati (in totale 22 giudici) di cui sono state controllate le prestazioni per ogni test. Si può veramente parlare di una nuova generazione di guide innovative. “Il tutto con il preciso scopo di fornire uno strumento pratico e realmente utile e utilizzabile da parte del consumatore” ha sottolineato Franca Braga, Supervisore Ricerche alimentari Altroconsumo, “lavorando con la massima trasparenza, imparzialità e indipendenza e adottando criteri affidabili, attendibili e esaustivi”. L’analisi sensoriale, in definitiva, si è rivelata uno strumento molto efficace. “Attenzione però alle mistificazioni, in molti parlano di analisi sensoriale, ma i criteri seguiti sono spesso discutibili. L’analisi sensoriale ha regole precise che vanno seguite con scrupolo” ammonisce Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori, “Esistono nuovi test molto interessanti come ad esempio il Big Sensory Test Analogico-Affettivo che consente di misurare alcuni elementi chiave dell’interpretazione che i soggetti danno del vino, a partire dall’impatto emotivo dell’aroma, alla caratterizzazione dei valori attribuiti al vino stesso, al suo inserimento in un possibile contesto di acquisto o di consumo. Ma il metodo deve sempre essere assolutamente scientifico e portare a dati affidabili, attendibili e esaustivi”. Via www.teatronaturale.it
domenica, aprile 09, 2006
[Marketing] - Le nuove ''tribù'' del vino sono composte da donne e giovani. Al Vinitaly la nuova gente del vino.
Le nuove ''tribù'' del vino sono composte da donne e giovani. Dimmi cosa e come bevi e ti dirò chi sei. È questo il nuovo slogan che guida gli osservatori del consumo di vino. I target classici sembrano non reggere più - e se ne ha una prova alla 40ª edizione di Vinitaly, la manifestazione enologica leader mondiale in programma fino al 10 aprile - perché oggi si affacciano sul mercato le ''tribù''. Sono gruppi omogenei per stile di vita che non bevono più associando il vino al pasto quotidiano, ma lo eleggono a testimone dei momenti di relazione. Una rivoluzione che riguarda soprattutto i giovani, in prevalenza gli universitari, e le donne, che hanno acquistato una totale indipendenza dai maschi nella scelta delle bottiglie. Così, mentre si contrae il consumo familiare (sono il 43% delle famiglie italiane che acquistano vino con una spesa media mensile di 32 euro), cresce il consumo individuale e per gruppi, almeno secondo i dati forniti da Veronafiere in collaborazione con WineNews. La maggiore impennata sia ha tra i giovani che all'82% dichiara di avere una forte propensione all'acquisto di vino e tra le donne che al 32% si dichiarano pronte a bere una bottiglia con le amiche, mentre gli anziani, sia per ragioni di reddito che per ragioni legate alla salute e allo stile di vita, sono una platea di consumatori in contrazione: il numero di coloro che si dichiara propenso all'acquisto è calato di oltre il 25%. Vi è anche una mutazione nella geografia dei consumi: se chi spende di più per comprare vino abita nel Nord-Ovest del Paese, chi incrementa la frequenza di acquisto abita nel centro dell'Italia. I giovani consumano di preferenza il vino come aperitivo o come elemento di aggregazione. Prevalentemente si orientano su vini rossi, strutturati, di territorio e sembrano poco attratti dai vini che provengono dal Nuovo Mondo. Sono consumatori che non bevono abitualmente, hanno frequenza di rapporto con il vino che va da una a tre volte a settimana e consumano più frequentemente vini riconoscibili. Il prezzo è una relativa barriera: il loro consumo si orienta soprattutto su bottiglie che hanno un ''nome'' o che fanno tendenza, purché abbiano un concreto rapporto con la territorialità. Di preferenza bevono i vini della loro regione di appartenenza. Ma anche ''l'universo giovani'' può essere diviso in due cluster: da una parte i cosiddetti ''edonisti'' e dall'altra i ''conoscitori'', quelli cioè che assegnano al vino un valore culturale. A testimoniare il successo del vino tra i giovani è anche la crescente domanda di approfondimento in corsi di degustazione, ma anche master universitari indirizzati alla conoscenza del concetto più ampio di ruralità. La fascia d'età d'ingresso nel consumo del vino è stimata attorno ai 20 anni. Altro gruppo importantissimo di consumo sono diventate le donne. L'età d'ingresso al consumo di vino è anche per questo cluster attorno ai 20 anni, ma differenziazione di consumo rispetto ai maschi si ha dopo i 30 anni. Le donne bevono vino soprattutto per piacere. Prediligono i vini fruttati (sono tra le più forti consumatrici di spumanti), di una certa immediatezza e hanno una forte propensione all'apprendimento delle tecniche di degustazione (sono le protagoniste del boom dei corsi di degustazione). Vedono il vino come elemento di socializzazione e stanno assumendo un ruolo decisionale nelle opzioni. Non si fanno più guidare dagli uomini nella scelta della bottiglia al ristorante, ma spesso usano il vino come elemento di confidenza e come innesco della comunicazione interpersonale. Hanno infatti un atteggiamento ''relazionale'' con il vino. Resta appannaggio delle donne il consumo di vini bianchi come frequenza di scelta, anche se se nel momento in cui si accostano al rosso chiedono vini di buona struttura, molti riconoscibili, di ampio bouquet ed eleganti. Al contrario dei giovani sembrano meno sensibili al legame con il territorio, ma anzi hanno una propensione all'esplorazione. È comunque uno stile di consumo profondamente diverso da quello che si ha nei maschi adulti, che restano i principali consumatori, ma per i quali il consumo di vino è meno dettato da spinte emotive e conoscitive, quanto piuttosto dall'abitudine.
Via GuidaSicilia.it
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